Elena Sodano, adesso è tempo che i comuni facciano la loro parte

“L’assenza di ogni progetto istituzionale per le persone con demenze e per le loro famiglie, ha significato, fino ad oggi, la perdita di ogni possibile futuro.

L’essere costantemente in balìa delle decisioni degli altri, senza la minima spinta personale. Grazie alla delibera regionale voluta dall’Assessore alle Politiche Sociali Tilde Minasi, la volontà sembrerebbe quella di voler affrontare la malattia di demenza sul territorio e nel territorio, con azioni di più ampio respiro che non riguarderebbero solo i Caffè Alzheimer ma anche l’attivazione di Centri Diurni specifici per persone con demenza e il supporto temporaneo a domicilio per la famiglia, da parte di personale formato. Evviva! Finalmente il tempo dell’istituzione non è più un tempo infinito ma un tempo operativo scevro di ogni opportunismo.

È proprio il caso di dirlo! Per la prima volta in Calabria si pensa di risolvere un problema in cui c’è un sommerso che fa paura. Una situazione dove i bisogni sono tanti ma le risposte troppo poche per un’ampia fetta di calabresi, tra le 38 e le 41 mila persone, che continuano a vivere, nella solitudine delle mura domestiche, una patologia che ha bisogno di una diversa visione metodologica oltre ad azioni unicamente assistenziali, sanitarie e farmacologiche. Ma un pensiero seppur innovativo da solo non basta. Occorre volontà, azione, programmazione e progettazione.

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Perché il punto importante è un altro ed è giusto essere chiari. Basta entusiasmarsi per quei fuochi d’artificio che colorano per pochi secondi un cielo che poi…sempre buio ritorna. Per fare in modo che la delibera varata dall’Assessore Minasi non resti lettera morta, occorre che tutti i sindaci dei comuni capofila di Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia diano vita sui loro territori a questi servizi indispensabili per i loro cittadini con malattie di Alzheimer o altre forme di demenze. Senza deragliamenti o indugi.

Se l’assessorato regionale alle Politiche Sociali ha finalmente edificato una dimensione istituzionale e di vita diversa per le persone con demenza e le loro famiglie, per non rendere vana questa grande occasione, occorre una forte volontà da parte dei Comuni e dei sindaci. Una fermezza necessaria per restituire alle persone con demenza quel ruolo sociale che non viene annullato dalla progressione della malattia, come erratamente si crede, ma da una falsa profezia, ahimè, spesso autoavverante, secondo la quale le persone con una demenza, dopo una diagnosi, sono condannate a vivere nel loro vuoto tempo.

Non è più questo il tempo delle lamentele e delle contraddizioni che, come polvere sotto il tappeto, continuano ad essere nascoste. Abbiamo dimostrato che l’impossibile può essere possibile anche senza soldi pubblici e che l’ambito terapeutico biopsicosociale sia il miglior involucro protettivo in cui le persone con demenza possano sentirsi normali. Daremo quindi la nostra disponibilità a metterci vicino a quei Comuni che volessero mettere in piedi vere Comunità accoglienti e ospitanti.

Una Comunità terapeutica organizzata in modo da consentire il movimento di dinamiche interpersonali fra i gruppi che la costituiscono e che presenta le caratteristiche di qualsiasi altra comunità fatta di uomini liberi”.

Elena Sodano
Presidente Associazione Ra.Gi.
Ideatrice della CasaPaese per demenze di Cicala

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