La proiezione del film “Tornare indietro” di Renzo Badolisani inaugura la rassegna “Cinema Clandestino”

Venerdì 6 luglio, con la proiezione del film “Tornare indietro” del regista di origini calabresi Renzo Badolisani, prenderà il via a San Giovanni in Fiore la rassegna “Cinema Clandestino“.

La proiezione si terrà presso piazzetta Giuliano alle ore 21.00 alla presenza del regista e sarà introdotta da Loredana Ciliberto (presidente dell’associazione culturale “Fata Morgana”).

La rassegna, curata da Emilio Arnone, si inserisce all’intero del cartellone “Estate Florense”

Tour Calabria

Protagonista del film “Tornare indietro” è un pittore torinese, Stefano Faenza, che arriva a Reggio Calabria per l’inaugurazione di una sua personale organizzata da un ex-compagno di scuola, divenuto Assessore alla Cultura.

È l’occasione per ricordare il viaggio fatto da ragazzo, quando da Torino fu costretto a trasferirsi in un piccolo paese della Locride, ma soprattutto tale occasione fa tornare a galla la difficoltà di adattarsi a quel nuovo ambiente, che per molto tempo il giovane Stefano visse come un trauma. Il ritorno in Calabria ora lo aiuterà a riappropriarsi del suo passato.

Ad interpretare Stefano Faenza è Massimo Wertmuller (nipote della famosa regista Lina). Al suo fianco gli attori: Gianfranco Jannuzzo, Giusi Cataldo e i giovani Ugo Piva, Danila Stalteri e Lele Nucera, che per questa interpretazione ha vinto il Globo d’oro come miglior attore esordiente. Le musiche del film sono firmate dal maestro Paolo Vivaldi, uno dei più importanti autori di musica per il cinema, il teatro e la televisione che abbiamo oggi in Italia.

La rassegna è a ingresso libero.

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Tornare Indietro

Regia di  Renzo Badolisani, scritto insieme a Mimmo Rafele; montaggio Renzo Badolisani; fotografia Nino Celeste; musiche Paolo Vivaldi; scenografie Guido Josia; costumi Enrica Barbaro;  con: Massimo Wertmuller, Gianfranco Jannuzzo, Giusi Cataldo, Giorgio Faletti, Francesco Venditti, Danila Stalteri e i giovani Lele Nucera, Ugo Piva;  produzione Horus Cin. e Rai Cinema; distribuzione Orango Film; origine Italia 2002

 

La trama

Un pittore torinese, Stefano Faenza, arriva a Reggio Calabria in occasione di una personale organizzata in suo onore nella Locride.

Dietro questa iniziativa c’è un suo compagno di scuola, Gino Jacona, oggi assessore alla cultura; durante il viaggio, sulla statale 106, che lo porta dall’aeroporto al paese, Stefano ricorda il periodo passato in questa regione nei premi anni ’70.

Nel 1971, Stefano, per una serie di congetture familiari va a finire l’anno scolastico (III° media) da Torino, dove è nato e risiede con la famiglia, in un paesino (lo stesso paese dove oggi si tiene la mostra) sperduto della Locride, dove vive una zia sposata ad un calabrese.
Il passaggio dalla grande città del nord al piccolo paesino del sud è duro, infatti, in un primo momento, il ragazzo, rifiuta tutto e tutti e cerca di fuggire. Poi, grazie ad una ragazza,

Luisa Carreri, innamorata di lui, e grazie all’amicizia con un suo compagno di classe, Rocco Mittica (appartiene ad una famiglia coinvolta in una faida, ed è a sua volta innamorato di Luisa), scopre una dimensione che non conosceva: quella della terra, e i suoi valori profondi, e diventa, a suo modo, “calabrese”. In mezzo a loro c’è anche una pistola, che finisce, col sparare qualcuno…

Al vernissage ci sono molte persone che avevano conosciuto Stefano. E c’è anche Luisa. I due si hanno modo di riparlarsi dopo tanti anni e grazie a lei, Stefano, riesce a superare il ricordo che lo opprimeva, e pacificarsi con se stesso e col proprio passato.

Note di regia

“Tornare Indietro”, è un film sull’amicizia, quella con la “A” maiuscola. Un film di sentimenti, di cui tutti noi abbiamo bisogno. Due ragazzi molto diversi per estrazione e cultura diventano amici, e questo è qualcosa di bello.
E’ come un teorema che viene dimostrato: è possibile essere amici, malgrado le differenze e le asperità della vita.

“Tornare indietro, per andare avanti” dice Gino allo Stefano ormai uomo, nel momento di salutarsi, come a dire che la forza dell’amicizia vince su tutto, forse anche su un destino, a volte crudele, che ci vuole sempre dentro il tunnel.
Quando giravo questo film – e ho tenuto duro alcuni anni per farlo – pensavo soprattutto a mia figlia e a tutti i ragazzi giovani come lei, affinché possano, attraverso il film, vedere come vivevano e sentivano quelli che sono venuti prima, la generazione di suo padre e dei suoi nonni.
Il cinema come arma di memoria, l’unica possibile – come dice Corrado Alvaro – per chi come noi pratica la strada dell’arte.
Possiamo fare solo opera di memoria, e questo ho cercato di fare.

La recensione di Franco Montini,  giornalista de La Repubblica

“Mio padre era un bracciante, e prima che emigrassimo a Torino, alla fine degli anni sessanta, vivevamo in uno sperduto paese della Locride. Ho trascorso la mia infanzia in una casa dove non c’era l’elettricità. In pochissimi anni è cambiato tutto: ma l’elettrificazione, la motorizzazione, la televisione, l’informazione, il consumismo, la laicità se da una parte hanno migliorato le condizioni di vita, d’altra stravolto armonie secolari di tipo rurale e contadino. Di certi valori etici si è perfino persa la memoria e il mio film, dedicato prima di tutti a mia figlia, vuole tenere vivo il ricordo di un passato che non si deve dimenticare”.

E’ da queste motivazioni che nasce Tornare Indietro, terzo lungometraggio di Renzo Badolisani, già autore de I ragazzi di Torino sognano Tokyo e vanno a Berlino e Cinecittà, Cinecittà. “Tornare Indietro– afferma il regista- è un film di fantasia che nasce da una sorta di autobiografismo al contrario. Ho immaginato, infatti, cosa sarebbe potuto accadere ad un ragazzo di Torino emigrato in Calabria a cavallo fra gli anni sessanta e settanta”.

Nel film è appunto ciò che accade a Stefano, che vive nella Locride gli anni del liceo e delle prime passioni sentimentali, per poi trasferirsi nuovamente a Torino. Dopo una lunghissima assenza, Stefano, ormai adulto e diventato un pittore famoso, torna nella Locride in occasione di una personale in suo onore e finalmente chiude i conti con il passato e con una serie di problemi che gli hanno in realtà impedito di vivere.

Tornare  Indietro – aggiunge Badolisani- è anche un film sull’amicizia, sul sentimento che lega due ragazzi molto diversi per estrazione e cultura, che ha l’ambizione di raccontare la Calabria diversamente dal consueto, insomma non il solito far west dove lo stato, la cultura, la storia sono impotenti a sradicare le radici della violenza, dell’ignoranza e della povertà, ma un mondo molto particolare di grandi passioni e di grande generosità”.

La struttura del film in bilico fra passato e presente fa immaginare anche un’opera dal sapore nostalgico: “Se non apparisse un’espressione troppo fuori moda- risponde Badolisani- direi che il mio film ha un andamento bucolico.

La diversità fra passato e presente è sottolineata anche dal cast: nella parte attuale sono impegnati una serie di bravi professionisti, da Massimo Wertmuller, impegnato in un difficile ruolo drammatico, che è Stefano, a Gianfranco Jannuzzo, Giusi Cataldo, Giorgio Faletti, mentre gli stessi personaggi nel passato sono affidati ad un gruppo di ragazzi, alla prima esperienza cinematografica, che Badolisani ha individuato al termine di estenuanti provini. Fra gli altri sono da ricordare Lele Nucera, Ugo Piva, Danila Stalteri.

Il risultato è un film compatto e ben strutturato, dotato di un buon impianto romanzesco, concluso da un imprevedibile colpo di scena. L’impressione è che Badolisani racconti bene, evitando i facili stereotipi, soprattutto la dimensione quotidiana, le piccole ma significative storie d’amicizia e di formazione giovanile.

Utilizzando spesso la voce narrativa fuori campo, Tornare Indietro trova anche un giusto equilibrio fra passato e presente, fra nostalgia e amarezza. Ma soprattutto il film funziona come un’esplicita dichiarazione d’amore nei confronti di una terra, la Locride, solitamente poco frequentata dal cinema italiano, che il regista vuole raccontare sottolineandone le bellezze, non solo naturali e paesaggistiche, ma anche umane e morali.

Altri pareri sul film…

Caro Badolisani, ieri sera ho visto il tuo film apprezzandolo soprattutto per l’estrema verità che traspare dall’interpertazione dei tuoi attori e dall’ambientazione. Verità che è riuscita a  commuovermi    Mi rallegro quindi con te, salutandoti con amicizia

Pupi Avati Regista

Ho trovato il film intenso, ben descritto e raccontato con una chiave meno traumatica, vista con gli occhi dell’adolescenza, nonostante la storia fosse difficile. L’attore calabrese Lele Nucera ha dato una grande prova, è stato davvero bravo. Interessante anche la figura del torinese da ragazzo (Ugo Piva) che si ritrova in Calabria che riesce ad integrarsi tra i ragazzi del paese. Il film dà a chi lo vede un senso di poesia e di bellezza, esalta l’amicizia come valore importante della vita. Molto intensa l’esperienza catartica di Stefano che torna dopo moltissimi anni in Calabria.

Antonellina  Interlenghi  Attrice

Trovo che il film abbia autenticità nella storia e nei personaggi, generosità onestà e genuinità di intenzioni, che il cast dove più dove meno abbia una certa forza.

Paolo D’agostini Giornalista, La Repubblica

Il film ha una parte davvero felice: quella ambientata nei primi anni ’70,che racconta, in modo davvero originale, la storia di amicizia tra Stefano e Rocco, sottolineando il rapporto difficile, che poi viene  però superato, tra due culture diverse, l’una meridionale e l’altra settentrionale.
Frida Aimme Sceneggiatrice

La cosa più curiosa, che ho trovato anche molto originale, è che il film,per la prima volta credo, parla della storia di un ragazzo del Nord che emigra verso il Sud, o meglio verso una terra come la Calabria, che fino ad oggi ha conosciuto solo il fenomeno opposto.
Claudio Sestieri Regista

E’ inutile sottolineare che il film di Badolisani è un buon film, ben girato e con una bella storia.

Sigmund Ginzberg Giornalista, L’Unità, Il Foglio, La Repubblica

Mi sono immedesimata molto con la storia raccontata da Badolisani in questo suo nuovo film. E’  stato come ritornare al passato, alla mia terra di origine. Inoltre alcune scene del film richiamano alla mente “C’era una volta in America” di Sergio Leone. Donatella Pascucci  Press Agent

Badolisani ha fatto veramente un buon film. “Tornare Indietro” supportato da una fortissima e valida sceneggiatura, e da una regia solidissima, riesce molto bene a mantenere alta l’attenzione del pubblico fino alla fine. Molto buona anche l’ambientazione.

Alessandro Verdecchi  Produttore

“Tornare indietro” mi ha dato un’impressione molto positiva: è una storia vivibile, interessante e,  aggiungo, gustosa. Gli attori, la maggior parte giovani ed alla loro prima esperienza cinematografica, mi sono apparsi davvero bravi, muovendosi con disinvoltura sul set. In particolare c’èuna scena del  film, quella in cui Stefano (Massimo Wertmuller) rivede dopo moltissimi anni Rossana (Rosa Pianeta) in un bar, che è molto toccante.
Antonio Bonifacio Regista

It is, indeed, very good. I think that the two major adult actors were very good and the scenes with them worked well. I liked young Stefano. The cultural implications were interesting and the film holds your attention and if it has an opportunity to be shown should do well. The ending is a good dramatic surprise.
Frank P. Casa  già professore, Università del Michigan

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