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Corigliano-Rossano: Codex Purpureus Rossanensis
Codex Rossanensis è Patrimonio documentario dell’umanità – Unesco 2015
Il Codex Purpureus Rossanensis, noto anche come Σ o 042 secondo la classificazione di Gregory-Aland, è un antico manoscritto onciale greco del VI secolo, custodito nel Museo diocesano e del Codex a Rossano, in provincia di Cosenza. Questo evangeliario, tra i più preziosi al mondo, è composto da 188 fogli di pergamena porpora, contenenti i testi dei Vangeli di Matteo e Marco (sebbene quest’ultimo manchi di alcune parti) e decorato con magnifiche miniature.
Caratteristiche principali:
- Origine: 550 d.C.
- Dimensioni: 31 x 26 cm, con due colonne per pagina, scritte in maiuscola biblica onciale.
- Materiali: Testi vergati in oro e argento, con cartigli descrittivi.
- Miniature: 14 scene raffiguranti momenti significativi della vita e predicazione di Gesù, tra cui una delle prime rappresentazioni di Ponzio Pilato come giudice canuto.
- Colore porpora: Derivato dall’oricello, un colorante vegetale, e non dal murice, come si credeva in passato.
In origine, il codice conteneva tutti e quattro i vangeli canonici e si stima che fosse composto da circa 400 fogli.
Storia e scoperta:
- 1831: Ritrovato nella sacrestia della Cattedrale di Maria Santissima Achiropita di Rossano da Scipione Camporata.
- 1846: Citato da Cesare Malpica nel libro “La Toscana, l’Umbria e la Magna Grecia”.
- 1880: Presentato alla cultura internazionale dagli studiosi tedeschi Oscar von Gebhardt e Adolf von Harnack.
- 2012-2015: Restaurato dall’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario.
Oltre al suo valore spirituale, il Codex è un capolavoro artistico e storico che continua ad attrarre studiosi e visitatori da tutto il mondo.